qualcuno ha pensato di tenersi un peperoncino rosso calabrese conservato come se fosse un souvenir.
Ci procuriamo due piccoli barattoli... ed ecco fatto.
Ma come poter distinguere questi gioielli della natura?
Infiliamo in uno dei barattoli un pezzo di tovagliolo, così non ci potrà essere confusione di sorta: "questo è mio, no, è tuo".
Curioso!
Il tempo passa e...
qualcosa di inconsueto accade ai due peperoncini.
Osserviamo...
E' chiaro che uno dei peperoncini ha subito un processo di decomposizione, creando Muffa.
E l'altro?
Perfettamente intatto... Incredibile!!!
Facciamo una piccola ricerca sull'indagata...
Ne vediamo alcune come si mostrano al microscopio.
E... Approdiamo alla Penicillina...
Nel gennaio del 1895, l'ufficiale medico Vincenzo Tiberio pubblicò un lavoro sulla rivista “Annali d'Igiene sperimentale”, con il titolo “Sugli estratti di alcune muffe”, dove illustrava gli effetti chemiotattici e battericidi di alcune muffe.
Alexander Fleming, nel 1928, stava lavorando su alcuni ceppi di batteri, coltivati in una capsula di coltura. Assentatosi per alcuni giorni per una breve vacanza, al suo ritorno, notò che in una capsula c'era un alone chiaro inusuale: in quella zona i batteri non erano cresciuti. Al centro dell'area più chiara, c'era una muffa che aveva contaminato le colture. Fleming pensò che la muffa fosse la causa della morte dei batteri.
Le prime sperimentazioni della penicillina sull'uomo non ebbero grandi risultati; bisognava renderla più efficace. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale cresceva infatti la richiesta di un antibiotico per le truppe e i civili colpiti dalle infezioni. Si pensò di far arrivare campioni di muffe Penicillum, partendo dal presupposto che alcune producevano penicillina e altre meno, per trovare quella capace di produrre la maggior quantità di antibiotico. La muffa migliore fu scoperta da Mary Hunt su un melone comprato in un supermercato. Tale muffa, battezzata "muffa-Mary", aumentò di oltre dieci volte le capacità produttive e lanciò definitivamente la produzione su larga scala della penicillina.
Ma, in sostanza, cosa è accaduto al nostro secondo peperoncino?
Perché non è ammuffito?
Anzi, sembra addirittura in perfetta conservazione.
Il fazzoletto permette di assorbire l'acqua emessa dal frutto che altrimenti si trasformerebbe in eccessiva umidità, causa principale del processo di ammuffimento.
Al contrario, per esempio, di quelli rimasti appesi in un ambiente ampio che, perdendo acqua anche essi, si sono invece seccati.
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