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giovedì 1 febbraio 2018

Ancora Memoria... e la Civiltà Millenaria dei Nativi Americani

Questi "Indiani", lo sapete, ci piacciono tanto...



Abbiamo esplorato la loro cultura già quiquiqui e qui.

E la giornata della Memoria dei Nativi Americani.
... insieme allo studio delle civiltà antiche, non poteva che portarci a fare un'altra emozionante immersione in queste tradizioni.

A partire dal lontano Neolitico le popolazioni, che dall'Asia grazie allo Stretto di Bering ricoperto di ghiaccio (secondo gli storici) sono migrate in queste terre, si sono sparse per tutto il vasto territorio delle Americhe, dando origine, come sappiamo, alle svariate civiltà come i Maya, gli Aztechi, gli Incas, ma tante altre ancora nel centro sud e alle molteplici Tribù nel nord America.







La popolazione dei nativi americani era divisa in circa 250 tribù , distribuite in tutto il continente nordamericano, da sud a nord. Le più famose erano quelle degli Apaches , dei Sioux , dei Navajo , degli Cheyenne e dei Mohicani . Ogni tribù aveva un capo , con il compito di stabilire le regole della vita della comunità . Tutti gli appartenenti alla tribù avevano un compito da svolgere. Uomini, donne, anziani e bambini, ciascuno dava il suo contributo alla vita comune. Al contrario dei bianchi, gli indiani non combattevano mai per il possesso delle terre perché, secondo la loro concezione, la terra era di tutti.

Una Storia molto diversa da quella delle popolazioni della Mesoamerica. Non trovate?



I grandi protagonisti della religione dei nativi americani erano gli “spiriti” . Dominavano ogni cosa, dagli uomini alle piante e il più importante era il Grande Spirito o Manitù . I sacerdoti si chiamavano sciamani e avevano il potere di comunicare con gli spiriti e di guarire gli uomini dalle malattie . 
Ogni tribù aveva il suo totem , un palo di legno sul quale erano rappresentate le insegne della tribù o del suo capo. Ogni totem aveva due ali , perché gli indiani pensavano di essere “angeli che hanno un corpo”. Inoltre, vi erano sempre incise le fattezze di alcuni animali , per esempio la farfalla, l’aquila o il bisonte. Ognuno di questi animali rappresentava una “qualità” che la tribù desiderava possedere . Il cavallo, per esempio, rappresentava la libertà, l’aquila il potere spirituale, il lupo la lealtà, il bisonte l’abbondanza.






La preparazione di un piccolo libricino era d'obbligo...
Il primo da attaccare alla nostra gigantesca mappa, che abbiamo preparato per accogliere le antiche civiltà che affronteremo.

Informazioni generali, credenze, riti, dimore e tanto altro...







E... Per amore delle immagini... un altro film
Balla coi Lupi



Ma torniamo alla "memoria"...

Perché?

(fonte: dolcevitaonline)
È il 1519 quando il conquistadores spagnolo Hernan Cortés parte da Cuba, dove Colombo aveva costituito i primi insediamenti europei, alla volta del Messico con l’obiettivo di sottomettere l’antica civiltà azteca. Gli avventurieri spagnoli sono numericamente inferiori ma hanno dalla loro due assi nella manica: le armi in acciaio, che gli permettono di surclassare militarmente i rivali, e le malattie infettive. I conquistatori spagnoli sono portatori di virus mai esistiti nelle americhe e verso i quali i nativi non hanno anticorpi. Il contatto con il vaiolo e la peste stermina gran parte degli aztechi, che sono costretti a capitolare in pochi mesi. La terza arma dei conquistatori è la crudeltà.  Questa viene utilizzata a piene mani nella più difficile guerra contro gli inca, autori di una resistenza valorosa sotto gli ordini di Tupac Amaru, che verrà spezzata solo dopo decine di assedi ed esecuzioni di massa. Nella seconda metà del XVI secolo gran parte dell’America del centro-sud è sotto il giogo degli spagnoli. Al posto delle loro civiltà millenarie i conquistatori creano latifondi e miniere di oro e argento, dove far lavorare in condizione di schiavitù i nativi rimasti in vita.
All’inizio del Cinquecento, mentre gli spagnoli dilagano nella parte centrale e meridionale del continente, francesi ed inglesi iniziano a esplorare le coste atlantiche della sua parte settentrionale.
La situazione nelle terre settentrionali era molto differente rispetto al sud delle grandi civiltà mesoamericane. A nord del fiume Rio Bravo la popolazione indigena non superava i 12 milioni di persone, riunite in tribù indipendenti che vivevano secondo i precetti di dignità, fierezza e simbiosi con la terra. I primi coloni si stabiliscono in Florida, New Messico e in Quebec: gli indiani non li trattano con ostilità e lasciano loro prendere i terreni. Non hanno il concetto di proprietà privata e secondo il loro modo di vedere il mondo, la terra appartiene a tutti gli animali e a tutti gli uomini, inclusi quei bianchi arrivati via mare. Ma ben presto scoprono che gli europei la pensano diversamente e non vogliono solo stabilirsi in qualche terra, vogliono possederle tutte quante. Gli inglesi partono dalla costa est spingendo progressivamente gli indigeni verso ovest.
Alcune tribù non si ribellano apertamente, continuano a credere che il nord sia abbastanza grande per tutti e fare la guerra per il possesso non è nella loro indole, tuttavia non accettano neppure di essere colonizzati, non è nella loro indole neppure diventare schiavi. Si sentono, e sono, uomini liberi. Altre tribù invece capiscono da subito che gli uomini bianchi sono assetati di dominio e ricchezze, e decidono di provare a fermarli prima che sia troppo tardi. Le tribù più numerose, come i Sioux e gli Apache, decidono di opporsi con le armi. Per oltre tre secoli la conquista del nord continua a dare problemi ai coloni euro-americani, essi riescono ad avanzare verso ovest ma la resistenza dei nativi è indomita, inoltre il loro rifiuto categorico di lavorare al soldo dei bianchi, preferendo la morte alla schiavitù, rende l’occupazione molto meno fruttuosa di quella degli spagnoli nel sud. Verso metà del 1800 il presidente americano Grant ordina la soluzione finale, dando carta bianca ai generali. Il 26 dicembre 1862 si tiene l’esecuzione di massa di 38 capi Sioux, i cui corpi rimangono esposti per giorni come monito per i nativi. Pochi mesi dopo riescono a catturare il vecchio capo Apache Mangas Coloradas, lo torturano prima di decapitarlo e poi inviano il teschio al governo, che lo espone in un museo. Nel ’64 ecco il massacro di Sand Creek, i coloni conquistano il territorio Apache, i nativi vorrebbero arrendersi e trattare la resa, si avvicinano sventolando bandiere bianche. Ma hanno osato resistere e questo non è accettabile per i coloni, tutti i 200 prigionieri vengono fucilati mentre gli scalpi dei capi vengono amputati ed usati come ornamenti.
Lo sterminio dei nativi del nord America in questi decenni è tanto più raccapricciante perché portato avanti in modo scientifico. Nel 1800, gli Usa sono ormai una nazione e lo sterminio viene pianificato con agghiacciante freddezza. Gli indigeni che si ribellano vengono massacrati, mentre quelli risparmiati vengono rinchiusi nei campi di concentramento, le cosiddette “riserve indiane”. Mentre il Parlamento americano crea leggi apposite per autorizzare la pulizia etnica, come l’Indian Removal Act col quale nel 1830 si autorizzava la deportazione dei nativi per ragioni di sicurezza nazionale. Nel 1890 la “conquista del selvaggio west” come la retorica Usa ama ancora oggi chiamare questo genocidio, può dirsi conclusa. In tutto il nord America rimanevano in vita appena 250mila nativi. Erano 12 milioni quattro secoli prima.
Nelle americhe, sia del nord che del sud, tra il 1492 e il 1890 sono stati sterminati un numero compreso i 70 e il 115 milioni di nativi. Di gran lunga il più lungo e sanguinoso genocidio mai commesso nella storia umana.

3 commenti:

  1. Che brividi! Ogni volta mi trovo in difficoltà il giorno della memoria perché sembra esista un solo olocausto, invece gli olocausti sono stati molti e alcuni sono in atto, magari non con numeri così eclatanti , ma con la stessa crudeltà e freddezza.
    Speriamo che l'uomo evolva prima o poi, non con l'iphone ma con il cuore.
    un abbraccio

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  2. Gli indiani mi sono sempre piaciuti, ho cercato informazioni e leggendo "il vento è mia madre " e " venne chiamata due cuori" mi sono innamorata .
    Poi ho letto la vera storia del giorno del ringraziamento è agghiacciante.
    Confido anch'io nell' evoluzione dell' uomo.grazie a questo tuo post fai una grande testimonianza.
    State facendo un lavoro completo bravissimi.
    Ciao Bea

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  3. Hai ragione Chiara e grazie Bea.
    Viviamo nella speranza di un evoluzione profonda...
    Per il momento sento l'umanità ad un livello primitivo.
    Pazzesco vero?!
    Un caro saluto anche a voi.

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