mercoledì 15 gennaio 2025

Fiabe in museo: storie che nascono tra quadri e silenzi


Entrare in un museo con lo sguardo aperto cambia tutto. Le sale diventano stanze di ascolto, i quadri smettono di essere “da guardare” e iniziano a raccontare.


Ancora Gallerie d’Italia, questa volta con un filo diverso. Questa tappa aveva un titolo che incuriosiva già da sé: Fiabe in museo.


L’idea è stata sorprendentemente semplice e potente: accostare l’arte alle fiabe. Non come spiegazione, ma come chiave. Le opere diventavano scenari, personaggi, passaggi narrativi. La guida conduceva con domande, piccoli indizi, pause giuste. Niente corse, niente nozioni da memorizzare. Solo tempo per osservare davvero.




Le opere incontrate erano importanti, intense, a tratti maestose. Eppure, viste da questa angolazione, sembravano più vicine. Come se anche loro aspettassero una storia per tornare a muoversi.


Il laboratorio ha chiuso il cerchio. Fogli, immagini, cornici vuote e spazi da riempire: ogni partecipante ha costruito una fiaba a fumetti, scegliendo protagonisti, antagonisti, luoghi e finali. Qualcuno ha seguito una trama precisa, qualcun altro si è perso volentieri lungo il percorso. Tutto aveva senso così.

 

È bello vedere cosa succede quando arte e immaginazione si incontrano senza forzature. Nascono racconti imperfetti, sorprendenti, personali. E resta addosso quella sensazione rara: di aver attraversato un museo non solo con gli occhi, ma anche con la fantasia.

Un’esperienza che lascia tracce. E che, una volta tornati a casa, continua a lavorare in silenzio.