Ogni tanto riaffiorano le solite frasi: “Ma i bambini che fanno homeschooling… come fanno a socializzare?” Oppure, ancora peggio, giudizi lanciati da chi non ha mai visto da vicino una sola giornata di vita di queste famiglie. Mi sorprende sempre quanto sia facile parlare “di” qualcosa senza averla mai sfiorata davvero.
La verità, almeno per noi, è un’altra. È fatta di volti, risate, mani impastate, teli da mare stesi sull’erba, fuochi accesi al tramonto e piccole comunità che si formano con una naturalezza disarmante.
È fatta soprattutto da persone, bambini e adulti, che scelgono di esserci... in totale libertà.
Questa giornata nelle colline pavesi è stato uno di quei momenti che annullano ogni stereotipo. Una famiglia homeschooler ci ha aperto il suo casolare come si apre una porta di casa a vecchi amici: senza formalità, con quella spontaneità che scalda. I bambini hanno occupato gli spazi come solo loro sanno fare: chi in piscina a creare vortici d’acqua, chi seduto intorno a un tavolo a sperimentare nuove miscele appiccicose, chi all’ombra a tagliare e incollare carte colorate. E poi giochi, corse, scherzi che rimbalzavano da una parte all’altra del cortile.
I più grandi, invece, si sono ritagliati un pezzo di avventura tutta loro: tende montate nel prato, un fuoco acceso con attenzione, marshmallow che diventavano caramello sotto le stelle. Qualcuno raccontava storie, altri ascoltavano stesi sui sacchi a pelo. C’era quell’energia tipica delle serate estive in cui il tempo perde consistenza e resta solo la sensazione di essere esattamente nel posto giusto.
E noi adulti? Seduti sotto la pergola, a condividere piatti preparati da mani diverse, a chiacchierare senza filtri, con quell’intimità che nasce quando ci si sente parte di una stessa direzione, anche se ognuno con la propria strada. Sono momenti così che costruiscono legami veri — non per dovere, ma per scelta.
Se qualcuno pensa ancora che l’homeschooling significhi isolamento, probabilmente non ha mai visto queste scene.
Bambini che crescono in mezzo agli altri, che imparano a negoziare, collaborare, discutere, ridere, inventare giochi da zero. Adulti che sostengono, osservano, portano idee, ascoltano e si danno una mano.
Nella nostra esperienza, la socializzazione non è mai stata un problema. Al contrario: spesso è un vortice che riempie intere settimane. Ma soprattutto, è fatta di legami profondi che durano nel tempo.
Questa giornata ne è stata la prova più semplice e più bella.
E sono certa che rimarrà impressa nel cuore di tutti, piccoli e grandi, come un’estate che sa di libertà e di appartenenza.
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