Ci sono giornate in cui l’apprendimento arriva travestito da avventura, altre in cui si presenta con un grembiule pieno di colori… e poi ci sono quelle in cui si manifesta sotto forma di milioni di mattoncini colorati.
La mostra I Love LEGO è stata una di quelle sorprese che, pur essendo dichiaratamente ludiche, riescono a insegnare più di quanto ci si aspetti. Perché dietro a ogni costruzione, dietro a ogni scena minuziosa, dietro alla folla di minifigure che animano le città e i castelli, si nasconde lo stesso processo che guida l’apprendimento dei bambini: osservare, immaginare, smontare, ricostruire, creare.
E poi… l’area gioco.
La parte più “semplice”, quella dove si affondano le mani nei mattoncini e si ricomincia da zero, è in realtà quella pedagogicamente più ricca: lì nasce il pensiero progettuale, la manualità fine, la capacità di problem solving, la libertà di immaginare e sperimentare senza limiti.
Perché i LEGO sono così speciali?
Il mattoncino LEGO come lo conosciamo oggi nasce nel 1958, ma la storia inizia qualche decennio prima:
-
LEGO nasce come falegnameria in Danimarca, fondata da Ole Kirk Christiansen.
-
L’azienda produceva giocattoli in legno, finché negli anni ’40 arrivò la plastica.
-
Il primo prototipo di mattoncino aveva già la forma attuale, ma mancava qualcosa: l’incastro perfetto.
-
Nel 1958 viene inventato il sistema di tubi interni che permette ai mattoncini di agganciarsi saldamente, pur essendo facilmente separabili.
Nessun commento:
Posta un commento