giovedì 7 aprile 2022

Urbino, tra botteghe d’arte, fango e meraviglia

 


Ci sono viaggi che non si misurano in chilometri, ma in mani sporche, sorrisi condivisi e idee che prendono forma. Urbino per noi è stato questo: un luogo dove antico e creativo si intrecciano, e dove i ragazzi hanno potuto sperimentare cosa significhi davvero “dare vita” a qualcosa.


Siamo arrivati in camper, in compagnia di amici e famiglie con cui condividiamo non solo strada e paesaggi, ma la stessa visione: imparare facendo, vivendo, progettando, guardando, costruendo. 


Urbino ci ha accolti con le sue mura antiche, le stradine in salita fatte di mattoni consumati dal tempo, gli archi, le botteghe nascoste nei vicoli. Una città che profuma di storia e artigianato, dove sembra che ogni pietra abbia qualcosa da raccontare.


 

In una di quelle botteghe, i ragazzi hanno vissuto un’esperienza che difficilmente dimenticheranno. Non un semplice laboratorio, ma un vero processo creativo: osservare, immaginare, progettare, scegliere materiali, mettersi in discussione, fare e rifare. 

 


Hanno lavorato con legno, cartone, vernici, attrezzi, biciclette smontate, pezzi di scarto trasformati in risorse. Nessuna istruzione precisa, nessun modello da copiare. Solo spazi da esplorare e idee da far nascere.

 

 

 



 




All’inizio li ho osservati parlare tra loro, confrontarsi, provare, sbagliare, tornare indietro e ripartire. E ho pensato che questo è educare: dare strumenti, non soluzioni. Lasciare spazio al pensiero, non riempire vuoti. Vederli costruire, letteralmente, il proprio modo di stare al mondo.

Stavano sperimentando qualcosa di molto più importante: la responsabilità delle loro idee.


Ma non è finita lì.

La visita ad un'antica Officina Grafica...


 


Potevamo dimenticare la Casa di Raffaello?


Poi...

In agriturismo, tra prati, animali e aria vera, si sono sporcati le mani davvero. Fango, paglia, acqua e tanta fantasia. 


Hanno modellato, impastato, costruito forme che somigliavano a costruzioni, sculture, creature, case immaginarie. Non importava il risultato finale: contava il legame tra mani e materia, tra idea e realtà, tra dentro e fuori.



 

Intanto noi adulti li osservavamo, un po’ invidiosi di quella leggerezza, un po’ grati di poter assistere a qualcosa di così semplice e naturale: la creatività che sgorga senza filtri.



Urbino ci ha offerto molto più di una gita. Ci ha mostrato che l’apprendimento non ha un luogo, né un'età, né un banco. Può nascere in strada, in bottega, nel fango, dentro un'idea condivisa. E che i viaggi più belli sono quelli che ti lasciano qualcosa da portare a casa. Non un souvenir, ma un’esperienza da ricordare.

Convivialità, musica e... tanta amicizia.



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