mercoledì 22 giugno 2022

Sotto terra e vicino al cuore. Toscana, miniera, lago e cura

 


Ci sono esperienze che ti scendono dentro, proprio come un tunnel scavato nella roccia. La gita in Toscana, alla miniera, è stata così: un viaggio che ci ha portati sottoterra, ma che allo stesso tempo ha aperto qualcosa in alto, dentro di noi.


Con il caschetto giallo in testa e gli occhi curiosi, il mio piccolo camminava tra pareti scavate a mano, corridoi stretti e luci fioche. Ogni passo aveva il sapore dell’avventura, e ogni goccia d’acqua che cadeva dalle rocce sembrava raccontare una storia antica, fatta di fatica, ingegno e coraggio. Non servivano spiegazioni: bastava guardarlo mentre avanzava, silenzioso e attento, per capire che qualcosa stava accadendo. Era un incontro con il mistero del sottosuolo… ma anche con il proprio modo di esplorare il mondo.


Poi il rumore del piccolo trenino della miniera, il buio che andava e veniva tra le gallerie, il freddo delle pietre sotto le mani. Eravamo dentro la Terra, eppure, paradossalmente, ci sentivamo più vicini al cielo.

 


Il viaggio è continuato in camper, solo noi mamme con i nostri bambini, e quell’avventura si è trasformata in qualcosa di ancora più prezioso: lentezza, condivisione, sorellanza. Vicino al Lago di Bolsena abbiamo vissuto giornate piene di semplicità e bellezza: pranzi cucinati all’aperto, chiacchiere serali, giochi tra l’erba, risate libere e quel senso di casa che non dipende mai da dove sei, ma da chi hai accanto.


E come spesso accade quando la natura ti accoglie davvero, qualcosa arriva a ricordarti che sei parte di un tutto molto più grande. È stato così che abbiamo trovato un cucciolo di pipistrello, minuscolo, fragile, rannicchiato come un ricamo scuro tra le dita. Non spaventoso, non strano. Solo bisognoso. Ci siamo presi cura di lui, con delicatezza e rispetto, contattando chi potesse salvarlo nel modo giusto, senza improvvisazioni. E in quel gesto, semplice e potente, ho visto nascere nei miei figli un senso profondo di responsabilità e meraviglia.

 


Ovviamente è stata anche l’occasione per fermarci un momento, incuriositi, e fare un piccolo approfondimento su questi affascinanti abitanti del cielo notturno: i pipistrelli, unici mammiferi capaci di volare, custodi silenziosi dell’equilibrio naturale. Ci ha stupiti scoprire che sono grandi alleati dell’uomo, perché mangiano centinaia di zanzare ogni notte, impollinano alcuni fiori e usano un sistema incredibile per orientarsi, l’ecolocalizzazione, che permette loro di “vedere con le orecchie”. Da quel giorno, il loro volo non ci sembrerà più misterioso… ma meravigliosamente sensato.

Non avevamo semplicemente visitato una miniera, o sostato in riva a un lago. Avevamo imparato ad entrare nei luoghi — e nelle storie — con presenza. A sostare, ad ascoltare. A prenderci cura.

E mi sono chiesta: non è forse questo, educare?

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