Oggi è San Michele e...
secondo la tradizione steineriana si racconta la storia appunto del santo.
Molte vecchie leggende raccontano della battaglia di San Michele contro il drago, di come egli riuscì a sconfiggere il drago e a scacciarlo dai cieli.
Dal Medioevo si tramanda anche la leggenda di San Giorgio, il cavaliere che libera la principessa dal drago uccidendo il mostro con la sua lancia.
Le battaglie del cavaliere sulla Terra e di San Michele in cielo sono metafore delle qualità umane di maggior pregio.
Entrambe esprimono il coraggio e la chiarezza di pensiero, qualità necessarie per superare l'egoismo, la codardia e la falsità.
Colgo l'occasione per spiegare ai topi cosa sia una leggenda (programma di terza)...
La leggenda è un tipo di racconto molto antico, come il mito la favola e la fiaba, e fa parte del patrimonio culturale di tutti i popoli, appartiene alla tradizione orale e nella narrazione mescola il reale al meraviglioso, un fenomeno reale viene spiegato con l'immaginazione. Soddisfano le domande degli uomini sulle origini delle cose, dei fenomeni naturali.
Ma...
Ormai credo sia conosciuta la mia passione per i draghi...
dunque, la nostra esperienza su di essi, prende una piega differente.
"Fin dagli albori dei tempi, i miti e le leggende sono state popolate di mostri incantati, dalla forza sovrannaturale. I più potenti erano i draghi: creature con il corpo di serpente, le zampe da lucertola, gli artigli da aquila, le fauci di un coccodrillo, i denti di un leone, le ali di un pipistrello. I draghi avevano incredibili poteri sovrannaturali e, soprattutto, erano malvagi e distruttivi. In ogni mito, in ogni leggenda occidentale, il drago fa la parte del cattivo. L’origine dei draghi si perde nei meandri della storia dell’uomo: infatti compaiono nelle leggende di popoli del passato, sia europei che orientali, ma la loro concezione è notevolmente differente; mentre nelle zone occidentali i draghi erano considerati l’incarnazione del male, portatori di distruzione e morte, in oriente erano visti come potenti creature benefiche."
"Moltissime sono le fonti storiche ed i manoscritti che testimoniano la presenza de "la bestia per eccellenza" nel vecchio continente.
Nei Bestiari ad esempio, ci sono descrizioni dettagliate sull'aspetto e sulle abitudini dei draghi, i quali erano soliti usare come tana, grotte in cima a montagne o in territori molto impervi da dove uscivano molto raramente; è anche noto che al solo ruggito del drago, tutti gli animali, compresi i leoni, correvano terrorizzati nelle loro tane."
"Non ha bisogno di presentazione la ancestrale ed impari lotta dell'uomo contro il drago. Il drago come simbolo del Male in Europa dunque, per capirne il motivo basta ricordare i massacri e le carestie che portavano i draghi medievali al loro passaggio; quale migliore arma contro la manifestazione del male se non la Santità? Si pensi dunque alle leggende di San Marcello vescovo di Parigi, di San Romano e della Gargouille di Rouen, di San Silvestro che libera Roma dal drago dall' alito velenoso, che vive in una grotta profonda per accedere alla quale bisogna scendere centinaia di gradini..."
"Anche in Egitto, all’epoca dei Faraoni, c’era la credenza che ogni volta che Ra, il dio sole, “tramontava” entrava in realtà negli inferi, combatteva contro Apopi, il drago degli abissi, e usciva vittorioso. Questa è un’evoluzione del mito mesopotamico, e già comincia a delinearsi il pensiero del drago come essere malvagio e caotico."
"I draghi “comuni”, invece, dovettero fin da subito lottare con grandi eroi. Riemersi dagli inferi al tempo degli antichi greci, dovettero subito battersi con eroi come Giasone, Ercole e addirittura con gli dei. A volte però le divinità li assoldavano come guardie di un particolare posto, o come creature da mandare in battaglia.
Con la caduta dei greci e l’avvento dell’Impero romano, di loro si perse quasi ogni notizia, salvo alcuni avvistamenti di Plinio il Vecchio. In Europa di loro si tornerà a parlare nel medioevo, specialmente nell’Alto medioevo, dove molti eroi inizieranno a cacciare i draghi, uccidendone la maggior parte e causandone l’estinzione. In tutti quegli anni però i draghi non erano scomparsi: essi si fecero vivi migrati a nord, e per secoli avevano devastato la Scandinavia e la Russia. Fu forse in quegli anni che le loro fila persero il maggior numero di draghi: infatti dal nord si levarono grandissimi eroi, come Beowulf, che ne uccisero moltissimi.E proprio nelle lande del nord essi guadagneranno l’appellativo di malvagi e infidi: essi comparivano infatti all’improvviso, magari dopo essere cresciuti all’insaputa di tutti nell’umidità dei pozzi o nei pressi delle paludi."
"A differenza dei loro “cugini” occidentali, i draghi d’Oriente erano creature esistenti fin dalla creazione del mondo, ma pacifiche e amiche dell’uomo: in Cina, per esempio, il Drago, insieme con la Tartaruga, l’Unicorno e la Fenice, rappresentava uno dei 4 spiriti benevoli.
I draghi, secondo la cultura cinese, furono la più grande e gloriosa razza che popolò il mondo di migliaia di anni fa, che originò la vita, che per millenni governò le forze della natura, in attesa che l’uomo crescesse, una forza che poi fu accantonata con ingratitudine dallo stesso uomo che, in un certo senso, era nato da loro."
"Inoltre, a sottolineare lo stretto rapporto esistente tra questi e il genere umano, vi sono molte leggende che narrano di grandi e valorosi uomini divenuti dragoni."
"E’ mai esistita la “Bestia per eccellenza”? Oppure si tratta solo di leggenda?
Come può, il drago, apparire in tutte le culture? Com’è possibile che popoli che non sono mai venuti in contatto tra loro abbiano conoscono il drago?
Il drago non è presente solo nella cultura medioevale occidentale, come in genere si crede, ma ci sono molte, moltissime fonti che dimostrano la sua esistenza in tutte le culture, anche in quelle centro-americane precolombiane (Maya, Aztechi, Incas), popoli che non sono mai entrati in contatto con culture europee se non al momento della loro estinzione; in Cina, il drago è popolare ancora oggi, ma risale agli albori della tradizione cinese; notare che anche la Cina non entrò mai in contatto con culture occidentali e non subì alcuna influenza da loro, e la dimostrazione è proprio il drago cinese, il quale ha caratteristiche fisiche leggermente diverse da quello europeo."
"E’ bene precisare che le testimonianze storiche non si limitano a leggende tramandate oralmente, ma sono giunti sino a noi innumerevoli riscontri: testi e cronache dell’epoca, dipinti, nomi di città (come visto in precedenza), per non parlare dei Bestiari, insomma, non solo le segnalazioni sono moltissime, ma anche da parte di illustri scrittori di tutti i tempi: storici, filosofi, cronisti, letterati, studiosi e persino dalla Chiesa dell’epoca tramite i Santi uccisori di draghi.
Dagli indigeni del centro America alle culture dell’estremo oriente, dalla Scandinavia all’Egitto, le testimonianze, gli avvistamenti furono moltissimi."
"Che i draghi siano davvero esistiti, in ere ormai dimenticate?"
Fonte del testo.
Affascinante, vero?
E voi, avete scelto da quale parte stare?
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