martedì 2 maggio 2023

Passeggiata nella Milano Romana: un salto nel tempo



Alcune giornate hanno il potere di rallentare tutto. Di farci mettere da parte la corsa quotidiana per ascoltare meglio ciò che abbiamo intorno.

La nostra visita guidata alla Milano Romana è stata così: un piccolo viaggio nel tempo, fatto di mattoni antichi, storie sussurrate e occhi curiosi che si allargano man mano che le scoperte prendono forma.


Entrare nel museo con il grande plastico della città romana è stato come aprire una finestra sul passato.

Seduti in cerchio, come se stessimo aspettando di ascoltare un racconto intorno al fuoco, abbiamo seguito ogni parola della guida mentre, davanti a noi, prendeva vita una Milano che non assomiglia per niente a quella che conosciamo oggi. Le mura, il foro, le terme… piccoli dettagli di legno che, messi insieme, raccontano un mondo intero.

Camminare fra le sale, poi, ha aggiunto un altro strato al viaggio: statue imponenti, volti di marmo scolpiti con una maestria che non ha bisogno di essere spiegata, oggetti quotidiani che qualcuno ha tenuto in mano duemila anni fa. I bambini li osservavano come se stessero spiando segreti lontanissimi. Ed è bello vedere come l’archeologia sappia ancora stupire, anche chi di solito preferisce correre e saltare.


Quando siamo usciti dal museo e ci siamo avvicinati ai resti del circo romano, la sensazione era diversa: lì non c’erano ricostruzioni, ma pietre vive, sopravvissute al tempo e alle trasformazioni della città.



La torre, il muro perimetrale, i passaggi stretti… sembrava di intravedere, anche solo per un attimo, i cavalli sfrecciare, il rumore della folla, la polvere che sale in aria. I bambini si affacciavano alle finestre strette delle torri come piccoli esploratori, cercando di immaginare cosa si vedesse da lì in un altro secolo, in un’altra Milano.



La guida ci ha accompagnati con pazienza e passione, trasformando ogni tappa in un frammento di storia da ricomporre.


Alla fine del percorso, mentre osservavamo gli ultimi resti del circo immersi nel verde, ho avuto la sensazione che questa città, così moderna e frenetica, avesse voluto mostrarci per un momento la sua parte più fragile e antica.

E noi abbiamo ascoltato.
Con lo stesso stupore con cui ci si affaccia su un ricordo prezioso.

Sono uscite domande, risate, osservazioni spontanee… e quel tipo di curiosità che non ha bisogno di spiegazioni tecniche: nasce da sé, quando qualcosa ci tocca davvero.



Non so se siano questi momenti a insegnare di più, ma di certo sono quelli che restano.
E che, qualche giorno dopo, ti fanno sorridere mentre ripensi a quelle pietre, a quei corridoi stretti, a quella Milano nascosta che continua a vivere sotto i nostri piedi.

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