Uno dei motivi per cui amo l’homeschooling è la possibilità di imparare dove accade la vita, mentre la tecnologia, l’arte, la storia e la scienza si toccano con mano.
La nostra visita alla mostra “Io, Robotto – Automi da compagnia”, ospitata alla Fabbrica del Vapore di Milano, è stata proprio questo: un viaggio tra passato e futuro, attraverso robot che hanno segnato l’immaginario di intere generazioni.
Siamo entrati per curiosità… siamo usciti pieni di domande, idee, meraviglia.
L’ingresso alla Fabbrica del Vapore
La mostra si apre in un luogo che è già storia: la Fabbrica del Vapore, con le sue pareti in mattoni e la sua atmosfera industriale.
Un contrasto bellissimo: passato e futuro che si incontrano.
Robot del passato: quando l’idea del futuro era di metallo, bulloni e fantasia
La prima sala ci ha catapultati nei robot “vintage”: piccoli automi in metallo dagli occhi luminosi, robot da caricare con la chiavetta, figure che sembrano uscite dai fumetti degli anni ‘50.
I miei figli erano incantati:
«Mamma, sembrano dei supereroi di latta!»
Questi robot, semplici ma geniali, sono perfetti per spiegare ai bambini:
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come funzionavano i meccanismi di una volta
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come le persone immaginavano il futuro prima dell’era digitale
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quanto la creatività precede sempre la tecnologia
I robot del cinema: l’emozione prende forma
Ed eccolo, in una teca illuminata: WALL·E, con la sua rosa rossa fra le “mani”.
Vicino a lui, EVE, elegante e bianca, perfetta nella sua semplicità.
In un’altra sala abbiamo trovato Goldrake, imponente, colorato, iconico.
Per i bambini era semplicemente incredibile; per noi adulti, un tuffo nella nostalgia.
Questa parte della mostra è stata un’occasione bellissima per:
Nelle teche successive abbiamo visto robot progettati per aiutare nella vita quotidiana:
robot che servono da bere, robot che portano oggetti, robot pensati come compagni di gioco.
Questa parte ha acceso mille domande:
Domande che i bambini si fanno spontaneamente e che aprono conversazioni meravigliose sulla tecnologia.
Nonostante le nostre perplessità e domande sulla direzione dell'evoluzione...
Una gita così insegna molto di più di ciò che sembra.
Ecco cosa ci siamo portati a casa:
Storia e immaginario: Come sono cambiati i robot dagli anni ’50 a oggi.
Tecnologia e scienza: Programmazione, sensori, meccanismi, automazione.
Etica e futuro: Domande su responsabilità, emozioni, utilizzo delle macchine.
Creatività: Per immaginare nuovi robot bisogna prima sognarli.
Connessione tra passato e futuro: Dal robot di latta al robot domestico, un’evoluzione che racconta l’uomo, non la macchina.
Quello che è rimasto nei miei bambini, più di tutto, è stato l’incanto: l’idea che il futuro non è qualcosa da temere, ma un luogo da esplorare con curiosità.
Imparare con loro è uno dei doni più belli, trasformare una semplice giornata in un seme di nuove domande e nuove passioni.
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