Ci sono giornate che non ti aspetti.
Che nascono come “svago” e si trasformano, senza avvisare, in un insegnamento più grande.
Tutto vibra di un’estetica che unisce strada e museo, gioco e serietà, libertà e struttura.
Ludico, sì. Ma mai superficiale.
Guardandoli scivolare sulle curve, spingere, cadere, rialzarsi, respirare, riprovare, ho capito una cosa che l’homeschooling mi ricorda ogni giorno:
anche il gioco è apprendimento.
Anzi, spesso è il più profondo.
Lo skate insegna:
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equilibrio (del corpo, ma anche del pensiero)
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coraggio
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gestione della paura
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capacità di osservare gli altri
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ascolto del proprio ritmo
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pazienza, soprattutto pazienza
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e quella strana forma d’arte che consiste nel cadere bene… e rialzarsi meglio
Stavano “giocando”, e intanto crescevano.
Uno spazio che accende la creatività
In un ambiente del genere, ogni cosa invita a creare:
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le luci che cambiano colore
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le superfici curva dopo curva, come onde
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gli altri ragazzi che sfrecciano (ognuno con un suo stile)
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i silenzi pieni di concentrazione
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le tavole appese che diventano opere, ricordi, simboli
Non è una lezione di arte, ma un dialogo con l’arte.
Non è ginnastica, ma presenza e ascolto.
Non è solo divertimento, ma esplorazione di sé.
Perché era skate, sì.
Ma era anche arte.
Era gioco, ma era anche crescita.
Era una gita, ma anche una lezione di vita.
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