martedì 7 febbraio 2023

Quando la storia prende forma tra le dita: il nostro mosaico romano


Anche se ormai i miei ragazzi più grandi hanno intrapreso percorsi di studio autonomi, scelto il liceo linguistico in homeschooling e affiancato un doppio diploma americano online, ci sono esperienze che riescono ancora a catturare la loro attenzione, far brillare gli occhi e mettere in moto quella scintilla creativa che nessun libro, da solo, può dare.

Con il mosaicista Arend di Brenta siamo entrati nel mondo dell’arte antica, quella che si costruisce pazientemente, tessera dopo tessera, con il ritmo delle mani e il respiro della storia. Niente copie, niente collage: questa volta si parte da un blocchetto di pietra vera, scalpello in mano, e si dà forma a ogni singola tessera. È un gesto preciso, lento, che richiede forza, attenzione e cura. Ed è proprio lì, tra schegge e polvere di marmo, che si capisce perché il mosaico romano è un’arte più che un semplice ornamento.

 

 

La parte più sorprendente? Vederli immersi, concentrati, sorridenti. Oggi alle prese con martellina, spatola e cemento. Ognuno ha progettato il proprio disegno, scelto i colori, disposto le tessere e, alla fine, capovolto la propria creazione per farla nascere davvero, come facevano gli antichi.

 

E quando hanno sollevato il mosaico finito, ho visto orgoglio, stupore… e quella sensazione meravigliosa che nasce solo quando qualcosa l’hai fatto tu, davvero. Con le mani, con il tempo, con l’attenzione.

Esperienze così non sono solo attività. Sono incontri:
con la storia, con l’arte, con sé stessi.


 



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