sabato 26 marzo 2022

Una gita tra i fossili: quando il passato torna a parlare

 


Ci sono esperienze che non hanno bisogno di essere spiegate.

La nostra visita alla mostra di fossili è stata un viaggio improvviso indietro nel tempo, in cui milioni di anni si sono fatti minuscoli e vicinissimi, quasi a portata di mano.

Appena entrati, i bambini si sono precipitati davanti alle teche come se stessero scoprendo un tesoro segreto. Piccoli ammoniti, resti di antichi pesci, impronte di organismi scomparsi da ere geologiche… ognuno raccontava una storia che sembrava impossibile contenere in un pezzo di pietra.



lo stupore è stato talmente sincero che sono sorte le prime domande: Come camminava? Cosa mangiava? Come faceva a sopravvivere?

Poi siamo passati alla mappa interattiva: la luce che seguiva il percorso delle montagne, delle valli e dei fiumi ci ha ipnotizzati. Era come vedere la Terra respirare.


E subito dopo, di nuovo davanti ai blocchi di roccia, a indicare con sicurezza minuscoli dettagli che solo i bambini riuscivano a scovare.

 

È incredibile quanto i bambini sappiano accendere la curiosità dell’adulto.
Con le loro domande, a volte ingenue e a volte geniali, mi ricordano sempre che la conoscenza non è mai lineare: è un saltare continuo, un collegare, un immaginare, un meravigliarsi.

Questa gita è stata proprio quello di cui avevamo bisogno: un’occasione per rallentare, osservare e lasciarci sorprendere. Mentre ci muovevamo tra quei reperti antichissimi, sembrava quasi che il passato ci camminasse accanto, senza pretese, semplicemente presente.

E, tornando a casa, guardando mio figlio raccontare con entusiasmo ciò che aveva scoperto, ho visto nei suoi occhi quella luce speciale: la sensazione che il mondo sia pieno di misteri ancora da incontrare e domande a cui dare forma.

Perché, alla fine, ogni fossile è un frammento di storia che ci raggiunge da lontano… e lui, quel messaggio, l’ha sentito forte e chiaro.


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