venerdì 7 ottobre 2022

Magiche Erbe


Prima sono arrivate le mani: nella terra umida, tra semi piccoli come briciole e foglie dal profumo familiare. Poi sono arrivati gli occhi, e infine le domande.


 

Abbiamo iniziato all’aperto, con un piccolo vaso e un mucchietto di terra morbida da muovere, spostare, sentire tra le dita. Non è solo terra: è casa, nutrimento, attesa. Dentro ci abbiamo messo semi e piantine di erbe aromatiche… ma anche un po’ di meraviglia. E mentre le mani lavoravano, qualcuno si accorgeva che ogni foglia aveva una sua forma, un suo colore, un suo odore, una storia. Basilico, salvia, rosmarino, timo… ognuna con un carattere tutto suo, proprio come noi.


 

Poi abbiamo vissuto la parte più “magica”: la distillazione delle erbe. Dentro al laboratorio sembrava quasi di entrare in un posto segreto. Tubicini di vetro, gocce che scorrono lente, un vapore che si trasforma e diventa acqua aromatica. Il profumo era così intenso che sembrava di essere dentro la pianta stessa. Lì, davanti a quella piccola alchimia, ho visto la meraviglia negli occhi: “Quindi un’erba può trasformarsi in… questo?”


E sì. Può diventare olio essenziale. Può diventare acqua profumata. Può diventare sale aromatico, come quello che abbiamo preparato, mescolando erbe essiccate, sale grosso e pazienza. E mentre riempiva il suo vasetto, lui lo guardava come se lì dentro non ci fosse solo sale… ma un pezzetto di esperienza, un ricordo, un sapere imparato con le mani, col naso e con il cuore.


Alla fine della giornata non avevamo solo vasetti, piantine e profumi… Avevamo piccoli pezzi di natura da portare a casa, e una nuova consapevolezza: che le piante parlano. Non con le parole, ma attraverso ciò che ci lasciano sentire, toccare, annusare e sperimentare.


giovedì 6 ottobre 2022

Un pomeriggio nel Paese delle Meraviglie... senza dover cadere in nessun buco

 


Ci sono posti che non si trovano sulle mappe, perché non sono fatti di strade ma di immaginazione.

Luoghi che, più che visitarli, si attraversano con lo stupore… come se qualcuno ti prendesse per mano e ti dicesse:
“Non avere fretta, qui tutto funziona con un tempo diverso”.


È quello che è successo a noi, varcando la porta del Rabbit Hole Café, nel centro di Milano, e trovandoci, senza preavviso, nel cuore del Paese delle Meraviglie.

Le pareti non erano più muri, ma pagine di libri aperti e giganti fiori di carta.
Davanti a noi non c’erano tavoli, ma tavole apparecchiate di storie.


 

 

E tra una libreria capovolta e un cappello del Cappellaio Matto, anche una piccola bottiglietta ci sussurrava: Drink me.

 

E noi, naturalmente, abbiamo bevuto.

Un tè blu visto diventare viola, che sembrava arrivare direttamente da un giardino segreto, dove le regole non sono scritte sui cartelli, ma si scoprono solo se hai il coraggio di stupirti ancora.

Nicolas osservava ogni angolo come se fosse vivo:
le carte da gioco in formato gigante, gli specchi che sembravano finestre su mondi nascosti, i soffitti pieni di cappelli volanti…



E intanto io lo guardavo, semplicemente felice del fatto che la fantasia riempiva tutte le nostre cellule.