Prima sono arrivate le mani: nella terra umida, tra semi piccoli come briciole e foglie dal profumo familiare. Poi sono arrivati gli occhi, e infine le domande.
Abbiamo iniziato all’aperto, con un piccolo vaso e un mucchietto di terra morbida da muovere, spostare, sentire tra le dita. Non è solo terra: è casa, nutrimento, attesa. Dentro ci abbiamo messo semi e piantine di erbe aromatiche… ma anche un po’ di meraviglia. E mentre le mani lavoravano, qualcuno si accorgeva che ogni foglia aveva una sua forma, un suo colore, un suo odore, una storia. Basilico, salvia, rosmarino, timo… ognuna con un carattere tutto suo, proprio come noi.
Poi abbiamo vissuto la parte più “magica”: la distillazione delle erbe. Dentro al laboratorio sembrava quasi di entrare in un posto segreto. Tubicini di vetro, gocce che scorrono lente, un vapore che si trasforma e diventa acqua aromatica. Il profumo era così intenso che sembrava di essere dentro la pianta stessa. Lì, davanti a quella piccola alchimia, ho visto la meraviglia negli occhi: “Quindi un’erba può trasformarsi in… questo?”
E sì. Può diventare olio essenziale. Può diventare acqua profumata. Può diventare sale aromatico, come quello che abbiamo preparato, mescolando erbe essiccate, sale grosso e pazienza. E mentre riempiva il suo vasetto, lui lo guardava come se lì dentro non ci fosse solo sale… ma un pezzetto di esperienza, un ricordo, un sapere imparato con le mani, col naso e con il cuore.
Alla fine della giornata non avevamo solo vasetti, piantine e profumi… Avevamo piccoli pezzi di natura da portare a casa, e una nuova consapevolezza: che le piante parlano. Non con le parole, ma attraverso ciò che ci lasciano sentire, toccare, annusare e sperimentare.