venerdì 1 marzo 2024

Entrare nel tempo sospeso



Ci sono luoghi che chiedono pazienza prima ancora di farsi vedere. L’attesa, la prenotazione fatta con largo anticipo, il giorno che finalmente arriva. E poi si entra.

 


Il Cenacolo non è solo una visita: è una soglia.

Varcata quella porta, il rumore resta fuori. Anche i pensieri rallentano. Lo spazio sembra più denso, come se l’aria custodisse qualcosa che non ha fretta di essere spiegato. L’Ultima Cena è lì, ma non “da guardare”. È da attraversare con lo sguardo, con il corpo fermo e l’attenzione aperta.


Colpisce sempre quanto Leonardo abbia reso umano l’istante: non un’immagine sacra distante, ma un momento vivo, carico di tensione, di emozioni contrastanti, di relazioni. Ogni volto racconta una reazione diversa. Ogni gesto è un frammento di storia. E più si osserva, più emerge la complessità dell’essere umani: il dubbio, lo stupore, la paura, la fiducia.


 

 

La cosa più potente, forse, è proprio questa: non serve conoscere tutto, né capire ogni dettaglio. Basta restare. Lasciare che l’opera lavori in silenzio, che apra domande invece di dare risposte. È un incontro che non si consuma in pochi minuti, ma continua anche dopo, mentre si esce e la luce di Milano riaccoglie.

Un anno davvero ricco e intenso, fatto di passi, di luoghi, di attese che hanno avuto senso. Il Cenacolo è stato uno di quei momenti che non si aggiungono semplicemente al bagaglio, ma lo trasformano un po’.
E forse è questo il filo che lega tutte queste esperienze: non accumulare, ma lasciarsi toccare.

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