È sempre un ritorno speciale, quello in Sicilia. Non è solo un viaggio per andare a trovare i nonni, è un ritornare a una terra che profuma di mandorle e vento salmastro, dove ogni pietra sembra raccontare qualcosa e ogni sguardo si perde tra mare, rovine e campi in fiore.
Nei giorni successivi, la Sicilia ci ha mostrato il suo lato più generoso: distese infinite di fiori gialli, macchie violacee qua e là, e quell’aria che sa di terra bagnata e primavera piena. Camminare lì dentro, tra il profumo dei fiori e il frusciare delle foglie, è stato come entrare in un quadro vivo. Ogni passo era un piccolo gesto di gratitudine.
E poi, come sempre, la storia è arrivata. Senza cercarla, senza studiarla. Ci ha chiamati da lontano, dalle colonne della Valle dei Templi, da quei giganti di pietra che resistono al tempo e al vento da più di duemila anni. Mio figlio si aggirava tra le rovine e ogni colonna sembrava dirgli: “Eravamo qui molto prima di te, e saremo qui molto dopo. Ma adesso tocca a te ascoltare.”
E lui ascoltava, a modo suo: toccando le pietre, osservando le forme, chiedendosi come sia possibile che qualcosa di così fragile abbia resistito tanto a lungo.
Tra un tempio e l’altro, abbiamo scoperto anche la vita semplice, quella che cresce ogni giorno: mandorli carichi di frutti acerbi, rami che si piegano sotto il peso della primavera. Non sembrano importanti, eppure sono il cuore pulsante di questa terra. Fertile, generosa, forte.
E in mezzo a tutto questo, il legame più prezioso: quello con i nonni, con le storie raccontate a tavola, con i pranzi lunghi e le passeggiate lente. Quel tempo che qui scorre in modo diverso, senza fretta. Dove non si è solo turisti, ma parte del paesaggio.
Alla fine, prima di ripartire, siamo tornati al mare. Quello dei faraglioni scuri e del vento umido. E li, tra le rocce, mio figlio e suo padre, uno accanto all’altro, guardavano l’orizzonte.
Così è la Sicilia per noi: un luogo che non finisce quando torni a casa, perché la porti con te. Nel silenzio, nei colori, nei racconti e negli sguardi di chi ami.
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